Non aspettare: osserva ogni giorno | Bract

La residenza di Teresa Satta si è conclusa con l’installazione del manifesto delle erbe spontanee nella frazione San Carlo di Arona, in mezzo a una rigogliosa crescita spontanea di Topinambur. Non aspettare: osserva ogni giorno è una dedica a questa pianta e a tutte quelle che continuano, ancora oggi, a crescere in modo libero e naturale dentro e fuori il tessuto urbano; è un invito a prestar loro una nuova attenzione, a riconoscerle e a conoscerle ancora.

Teresa ha anche preparato delle caramelle gelèe con delle ortiche raccolte in Via Vergante, fuori dal centro di Arona, che ha consegnato a tutti coloro che, in vario modo, hanno incontrato il suo progetto durante la settimana. In particolare, la sua ricerca sulle erbe spontanee commestibili dell’Aronese ha visto la partecipazione sentita di un gruppo di persone, ciascuna delle quali ha contribuito in modo unico agli sviluppi della residenza: Vittorio Rossi, Sandrina Moretti, Rosangela Guglielmetti, Sabrina Moroni, Antonietta Zanetta ed Ezio Benaglia, incontrati nella frazione di Montrigiasco per una chiacchierata sulle tradizioni culinarie popolari; Ugo e Renata Manzoni, che con noi hanno condiviso ricordi di botanica farmaceutica, assieme ad una serie di aneddoti artistici e poetici; Francesca Lanocita, che ci ha aperto le porte della sua azienda agricola, Biomatto, e di ciò che le ruota attorno. A loro si aggiungono Grazio e Roberto de La Corte dell’Oca e Nicola Pankoff, per averci accolti nei loro magici studi d’artista e poi Barbara e Marta Mastria, Georgia Monti ed Ewa Michalska, anime instancabili del Wood che hanno supportato il progetto all’interno del Circolo.

Teresa ci ha parlato così del suo lavoro e della settimana trascorsa con BRACT:

Per vocazione stessa della residenza si è trattato di un progetto di ricerca legato al territorio Aronese, dalla natura quanto mai spontanea. Certamente questo progetto si inserisce all’interno di una ricerca più ampia che caratterizza tutto il mio modo di “fare arte”; in particolare prende spunto dal lavoro del giardiniere Gilles Clemént e dal suo libro “Il manifesto del terzo paesaggio.” Il Terzo Paesaggio per Clemént non riconduce all’idea di “terzo mondo” ma di Terzo Stato e racchiude quell’insieme sparso di spazi occupati dalla vegetazione allo stato brado. Si tratta di cespugli che crescono spontanei ai lati dei percorsi tracciati, nelle periferie delle città, ai margini di una foresta, lungo le strade e i fiumi, negli angoli dimenticati delle coltivazioni. Questi territori sono i più ricchi di diversità, di energia vitale e di informazioni, sono i più rivoluzionari perchè sfuggono ad ogni tentativo di normalizzazione. Da qui il titolo dell’opera e l’idea di realizzare un manifesto per le erbe spontanee commestibili.

Quello che è stato possibile in un’intensa settimana di residenza è stata una lenta indagine sul territorio, avvenuta grazie ad un piccolo rizoma di incontri e amicizie che si sono andati creando attorno al progetto e mi hanno permesso di conoscere la varietà di erbe spontanee commestibili dell’Aronese e l’uso che ne viene fatto. La cosa più interessante è stata vedere come, attraverso questa fase di ricerca partecipata, si sia attivato un processo di ri-scoperta. I casi sono tantissimi e hanno seguito me e Ilaria, che mi ha affiancata nel progetto, per tutta la settimana. Ad esempio, il gruppetto di signore incontrate per un caffè a tema nella frazione di Montrigiasco, che dopo avermi regalato le conoscenze più popolari e intrise di ricordi si sono allontanate con un mazzetto di Tarassaco in mano trovato sul ciglio della strada; oppure il signore che, vedendoci in difficoltà nell’installare il manifesto proprio sotto casa sua, si è offerto di aiutarci e ha finalmente osservato e ri-conosciuto quell’aiuola di fiori gialli che vedeva ogni giorno.

La restituzione finale è avvenuta in due dimensioni molto differenti ma che, per me, risuonano nello stesso modo: manifestare qualcosa che prima correva il rischio di essere invisibile, taciuto, dimenticato o ignorato. Un manifesto color violetto campeggia assieme alla sua didascalia al centro di una lussureggiante aiuola spontanea di alti topinambur, sulla strada asfaltata che porta dal centro di Arona alla frazione di San Carlo. Accanto al manifesto del fiore e della sua radice, la didascalia recita il titolo dell’opera e una breve descrizione della pianta, delle sue proprietà e dei modi in cui questa può essere cucinata. Le gelatine all’ortica sono anch’esse un piccolo manifesto insolito, con una nota di dolcezza e una dimensione più intima. A fine residenza sono state distribuite a tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno partecipato alla ricerca, vi ci sono trovati per caso, o passando vi hanno semplicemente dedicato un minuto di chiacchiere. La cartina che ricopre la caramella, oltre alla didascalia dell’opera, riporta la posizione geografica in cui sono state raccolte le ortiche.

Ecco che quindi il testimone della scoperta viene passato a quelli che scorgendo il manifesto o trovandosi in mano una piccola gelatina avranno la pazienza di leggere e di provare a “osservare ogni giorno”.

 

Teresa Satta, Non aspettare: osserva ogni giorno, 2019. Documentazione fotografica dell’artista